Verdure al forno con timo

Domenica scorsa mio zio di Milano ha cucinato queste verdure per accompagnare un ottimo baccalà. Come dice lui è davvero una ricetta semplice, che però mi ha subito conquistata. La rapa e la zucca cotte nel forno insieme alle patate e alle carote diventano appetitose e rendono allegro il piatto!

Ingredienti:
1 fetta di zucca
1 rapa rossa cotta
3 patate
4 carote
1 cipolla piccola
Pangrattato
Timo
Olio
sale

Sbucciare e tagliare le patate e le carote a dadini (mio zio ha usato le carote viola, ma dove abito io non sono così facili da trovare). Farle bollire in acqua salata per cinque minuti e metterle da parte. Sbucciare anche la zucca e la rapa e tagliarle a dadini. In una teglia foderata con carta forno disporre tutte le verdure e condirle con sale, olio e abbondante timo (se vi piace potete mettere anche una spolverata di pangrattato). Cuocere in forno a 180 gradi per 20 minuti circa e a metà cottura aggiungere la cipolla tritata.

Impariamo a dire no

PERCHE’ DIRE “NO” AI BAMBINI

Noi mamme dovremmo imparare a dire un po’ più di NO ai nostri cuccioli. Certo è più facile accontentarli sempre, vederli sorridenti e compiaciuti, ma facciamo davvero il loro bene??

Cerchiamo un attimo di pensare a noi e alle nostre esperienze: quanti NO abbiamo ricevuto? Quante porte in faccia? Quante delusioni? Ecco, ora immaginiamo un bambino che non conosce la parola NO fino all’età scolare quando questa arriva da ogni dove e lo prende alla sprovvista provocando in lui grandi frustrazioni e rabbia che non riesce a gestire (perché nessuno gliel’ha mai insegnato).
Ecco allora iniziamo fin da piccoli a fargli capire che esistono tantissime emozioni tra le quali la rabbia e la tristezza introducendo qualche NO ogni tanto (quando lo riteniamo necessario ovviamente).

Classico scenario al quale assisto ogni giorno:”Mamma posso andare sui giochi?” “NO dobbiamo andare a fare la spesa”…..bene ha detto NO…che meraviglia!…..ma poi inesorabilmente accade:”Dai mamma 2 scivoli!” “Va bene ma che siano 2 eh..!”. Ed è così che gli scivoli diventano 50 e o la mamma rinuncia alla spesa ordinando una pizza per la sera, o si trova a trascinarlo via ad un certo punto tra urla e calci (frustrazione).
Pensiamo al primo NO: che valore gli abbiamo dato? Il bambino se lo ricorda che la prima risposta era negativa o è talmente abituato a contrattare e vincere tanto da non dargli peso? E la credibilità e l’autorevolezza della mamma, che fine ha fatto? E’ chiaro che poi ci troviamo a gestire situazioni imbarazzanti semplicemente perché il bambino non ricorda il motivo per cui viene trascinato via dopo i suoi 50 scivoli.

Come arginiamo?
1) La prima cosa è sempre anticiparlo se abbiamo già chiara la situazione:”oggi quando vengo a prenderti a scuola niente giardinetti perché devi accompagnarmi a fare la spesa”…e intanto l’informazione è stata data, il bambino fingerà di non ascoltare ma avrà tempo di metabolizzare.
2) quando lo andiamo a prendere chiederà di fermarsi ai giardini ma gli ricorderemo che era stato informato al mattino e che quindi si va subito a comprare. Probabilmente, soprattutto se non sono abituati, partirà la classica sfuriata di rabbia.
3) non sminuite mai le emozioni dei bambini: lui è veramente arrabbiato, è inutile dirgli che non è il caso di fare queste scene per una cosa così futile, scherzarci sopra, deriderlo,… Piuttosto dimostrate che capite cosa sta provando “Lo so che questa cosa ti fa arrabbiare e lo vedo, ma vedrai che passerà, vieni andiamo.”

Ricordiamoci sempre che i bambini provano gli stessi sentimenti nostri anche se non sanno distinguerli e hanno reazioni simili; tocca a noi riconoscerle e dargli un nome in modo che il piccolo sappia cosa sta provando e piano piano impari a gestirselo da solo.

Lo scopo finale è insegnare al piccolo a reagire positivamente al NO senza apparire rabbioso e frustrato ma fidarsi del genitore, che se utilizza quella parola allora un motivo c’è, anche se lui non lo capisce ancora.

  • Ricordiamoci che siamo noi i genitori, diamo regole e il nostro compito è crescere una persona serena ed equilibrata; un modo per farlo è proprio imparare a dire qualche NO senza paura ricordandoci che lo facciamo per il suo bene e che è meglio riceverlo le prime volte da un genitore che da persone sconosciute e poi diventare una persona frustrata e incapace di affrontare i problemi della vita.

Baccalà in padella

Ecco una ricetta che accontenta tutta la famiglia. La mia bambina adora il pesce e quando ha assaggiato questo piatto, se l’è mangiato proprio con gusto. Si può accompagnare con delle verdure al forno oppure servire con il suo sughetto che invita a fare la scarpetta!

Ingredienti:
1 pezzo di baccalà
pomodorini
1 cipolla
capperi
olive nere
timo

Scolare il baccalà e tagliarlo a pezzi larghi circa 3 cm lasciando la pelle. In una padella rosolare in un filo d’olio la cipolla tritata e poi aggiungere i capperi, i pomodorini e le olive nere e far cuocere una decina di minuti. Io ho usato i pomodorini congelati di quest’estate che ho sbollentato un attimo e hanno prodotto un bel sughetto. Aggiungere poi il baccalà posandolo in padella dal lato della pelle. A fine cottura aggiungere il timo e salare solo se serve (questo pesce di solito è già molto saporito)

 

Polenta con ragù

In queste lunghe giornate piovose, quando alle cinque del pomeriggio è già buio come di notte, una bella consolazione ce la può dare un piatto di polenta fumante. Io la adoro con il sugo di funghi oppure con quello di salsiccia. Per la mia bambina invece la preparo spesso con questo ragù fatto solo con la carne macinata che lei adora!

Ingredienti per il ragù (per 3,4 persone):

4 etti di carne magra macinata

1 cucchiaio concentrato di pomodoro

1 cipolla

2 carote piccole

pinoli

rosmarino

olio

burro

In una pentola rosolare la carne macinata sminuzzata con le mani in un pochino d’olio. Cuocere per 10,15 minuti a fuoco basso aggiungendo un pezzetto di burro. Nel frattempo frullare nel mixer le carote e la cipolla con il rosmarino e i pinoli e farli cuocere insieme alla carne per qualche minuto. Aggiungere il concentrato di pomodoro e mescolare per cinque minuti. Infine mettere ancora un pezzettino di burro e versare una tazza di acqua calda. Far cuocere con il coperchio anche due ore sulla stufa a legna oppure per un’ora sul fornello a fuoco basso. Preparare la polenta e servirla calda con il ragù e una spolverata di formaggio grattugiato.

Collodi e Pinocchio

Avendo a disposizione un bel weekend di quel piacevole sole di aprile che scalda il cuore, abbiamo deciso di fare due giorni a spasso. Era da tempo che “puntavo” il parco di Pinocchio, ma non ne avevo sentito parlare benissimo, quantomeno non all’unanimità. Così con il motto “provare per credere” siamo partiti alla volta di Collodi. Arrivati a Collodi ci siamo imbattuti in una serie di bancarelle con souvenir di ogni tipo e un’altissima statua di legno del famosissimo burattino ci ha segnalato il parcheggio e l’entrata del parco. Il biglietto di ingresso si aggira attorno ai circa 13 euro per gli adulti e 11 o 7 euro a seconda delle età dei bambini, gratuito sotto i 3 anni. Inoltre è possibile, con un supplemento, visitare anche il giardino della storica Villa Garzoni che noi non siamo riusciti a visitare tanto ci siamo soffermati a goderci il parco. Consultando il sito ufficiale del parco stesso potrete verificare prezzi e orari di apertura nonché tutte le informazioni necessarie.
Veniamo alla nostra visita.. già nella saletta adibita a biglietteria si respira a pieni polmoni l’atmosfera della fiaba antica e autentica con i muri pitturati a tema … pitturati già da un po’ …. Intendo dire che non dovete aspettarvi qualcosa di super moderno ed accessoriato o qualcosa di pazzescamente tematizzato… non sarebbe il parco di Pinocchio…. Sarebbe un parco divertimenti. Io da subito entrando ho avuto questa idea, di calarmi in una storia antica, di altri tempi ma sempre tuttora valida. Una storia in cui la realtà e la fantasia si fondono, in cui il male e il bene si alternano e si rincorrono, in cui ogni personaggio ha il suo fascino… ma io non faccio testo, io di fiabe mi ci nutrirei e devo dire che anche per miei bimbi vale lo stesso… sapevo che Pietro avrebbe adorato questo posto e di conseguenza Gioele si è divertito sull’onda emozionale del suo fratellone. Quindi per una mamma ancora un po’ incantata… giornata ideale.
Appena varcato l’ingresso si passa in alcune sale espositive che credo accolgano mostre permanenti e temporanee … i miei bimbi sono passati letteralmente di corsa attraverso queste stanze buttando giusto un occhio a qualche burattino e noi li abbiamo rincorsi tanta era la loro voglia di entrare. La mappa illustra perfettamente il percorso che inizia in una piccola piazzetta dove su una gigante scacchiera è possibile muovere a piacimento le pedine che rappresentano i vari personaggi della fiaba… anche qui il tutto molto retrò… qualcuno potrebbe dire che le pedine andrebbero ridipinte, ma i miei figli si sono fatti un baffo della intensità della pittura e hanno iniziato a contendersi il gatto e la volpe e non si sarebbero mossi di li per un bel po’….

Se non ché una voce all’altoparlante richiamava l’attenzione su uno spettacolo di burattini… vedendo gli orari a cui lo spettacolo veniva proposto abbiamo optato per prendere parte a quello pomeridiano…. Ci siamo persi tra gli antichi carrozzoni di mangiafuoco ricolmi di storici burattini e di particolari interessanti. Lungo tutto il lato esterno di un carrozzone inoltre si può ripercorrere tutta la storia delle avventure di Pinocchio attraverso immagini e frasi che consentono anche ai bambini di scoprire quei personaggi e quelle parti della fiaba non contemplate dalla versione Disney. E anche questo vuoto da colmare ha affascinato Pietro oltremodo… personaggi che non conosceva e che potevano prendere parte al nostro viaggio. Come rendere ancora più entusiasta un bambino? Facendogli fare qualche giro sulla giostra…. Tre, per la precisione, ma chiamarle giostre è davvero riduttivo… veri e propri caroselli d’epoca che mi hanno davvero lasciato a bocca aperta. Quel fascino vintage che non può non impressionare. Proseguendo si incontra un bel parco giochi (a noi è piaciuto tantissimo il gioco dell’oca di Pinocchio), un bar e uno spazio dove sono allestiti piccoli laboratori per bambini. Noi abbiamo “creato” le maschere del gatto e della volpe … abbiamo pranzato al sacco e poi ci siamo catapultati nel percorso che in mezzo a siepi, sentierini e alberi, propone le statue dei vari personaggi della fiaba cosi da poter ripercorrere tutte le avventure di Pinocchio. A mio parere vere e proprie opere d’arte a partire dal carabiniere, la prima che si incontra e che ha entusiasmato in particolare modo i miei bambini.. le sue gambe formano una piccola galleria e per proseguire il sentiero bisogna passarvi sotto senza farsi acciuffare (ovviamente la statua è immobile ma nell’immaginario dei bimbi tutto prende vita).

E poi è tutto un susseguirsi di avventure e personaggi che possono sembrare un po’ vetusti se semplicemente guardati, ma se animati dalla fiaba e dalla fantasia vi accompagneranno attraverso una fantastica storia senza tempo. E poi arriva lui, il pescecane, in mezzo a uno stagno, maestoso e d’impatto… Pietro e Gioele avrebbero passato l’intero pomeriggio li tra i denti di quella balena… non vi dico la sorpresa quando si sono accorti che da una piccola finestrina si poteva scorgere Geppetto dentro alla pancia…

Altri divertenti spunti di gioco sono stati il labirinto di siepi e lo spazio dedicato al percorso avventura con il covo segreto dei pirati.
Per quanto riguarda il percorso avventura occorre sottolineare che si tratta di un vero percorso con tanto di cavi, moschettoni, caschetti e ovviamente personale adibito a istruire e seguire i bambini. I percorsi sono due a seconda dell’età del bambino. Vi invito a consultare il sito per maggiori dettagli al riguardo. Considerando che sono inclusi nel prezzo e che mi sono sembrati degni di nota, direi che non si può proprio lasciare sfuggire ai bimbi l’occasione di vivere un’avventura in prima persona.
Come già sottolineato da principio ho letto in più occasioni che il parco andrebbe ammodernato un po’ e in parte questo può essere vero, ma credo che perderebbe molto del suo fascino e del suo stile retrò che si sposa perfettamente con la fiaba. E poi in un mondo dove c’è poco spazio per l’immaginazione una giornata al parco di Pinocchio calerà voi e i vostri bimbi in un’atmosfera magica e antica dove la fantasia non può che trasportarvi nel suo fantastico mondo.
A completare la spettacolare e fiabesca giornata ci siamo fermati a dormire in una torretta della alta Collodi (Collodi Castello): un paesino arroccato, una vera e propria cascata di case, dove il tempo sembra essersi davvero fermato e sull’onda emozionale della giornata fare un giro per le stradine semi deserte illuminate dai lampioni antichi ci ha fatto davvero sentire come il gatto e la volpe.
Il giorno successivo, per la gioia soprattutto del più piccolino, non ci siamo fatti mancare un’altra avventura, ma stavolta più animalesca al parco zoologico di Pistoia che avevamo già visitato qualche anno prima e che anche questa volta non ci ha deluso.
Direi comunque che volendo abbinare un altro giorno alla visita di Collodi non vi mancheranno certo le idee: Lucca e Pisa solo per fare un esempio sono li ad un passo così come Montecatini terme. Quindi liberate la fantasia e partite!

Fratelli – parte 2

Continua

Facendo un po’ più di un passo indietro, ricordo perfettamente quando all’ età di 6 anni, io, e 10, Oscar, la mamma e papà ci hanno detto che di li a pochi mesi, sarebbe arrivato un altro membro della famiglia. Ricordo altrettanto bene che lo sapevo già… nel senso che la notizia non mi sembrava cosi strana.. l’avevo già in parte metabolizzata nel subconscio notando che mia mamma da un bel po’ di sere non lavava i piatti e, quando era papà a occuparsi di queste faccende domestiche, c’era qualcosa di strano che non poteva passare inosservato agli occhi di una streghetta come me. O forse avevo sentito qualche discorso di sfuggita, impicciona come sono. Ricordo che comunque ero felice (Oscar piangeva perché era preoccupato per la mamma, lui il sensibilone). Ed ero soprattutto molto interessata agli aspetti tecnici della questione da buona curiosona. Speravo nascesse un fratellino anche se a me spettava il compito di scegliere il nome femminile… avevo selezionato Gaia, ma il 10 agosto nasceva Mirko. E ovviamente io ero gelosa, non so di cosa e perché, non saprei spiegarlo, ma ricordo ben poco dei suoi primi mesi… ricordo solo che tutti dicevano che era bellissimo… biondino e occhi azzurri… non banalmente castano con gli occhi nocciola come noi….
Penso fosse anche bravo da piccolo perché non mi ricordo che fosse particolarmente molesto ma per me era come un essere a se stante di cui non volevo troppo occuparmi… poi finalmente riaffiorano i ricordi più nitidi di quel buffo caschettino biondo che camminava per casa e diceva cose ridicole che mi facevano divertire …mi stava diventando simpatico e la gelosia lasciava piano piano spazio a quel sentimento che con gli anni è diventato “quasi materno”… lui il più piccolino della famiglia, indiscutibilmente il più bello (la concorrenza non era un granché) e il più strano. Si Mirko è sempre stato un bambino e ragazzino “ sui generis”, introverso e poco socievole, ma simpatico a tutti, taciturno ma geniale. È cresciuto cosi con la sua acuta intelligenza tenuta un po’ nascosta per non dare troppo nell’occhio, lui che un giorno senza preavviso e senza che nessuno se lo aspettasse ha detto “domani vado ad abitare da solo” , lui che come ha sinteticamente concluso la saggia del paese (ovviamente lei l’ha detto in stretto dialetto): “sembrava un po’ balordo e ora gira il mondo e a volte anche da solo, chi l’avrebbe mai detto?!”. Mio fratello “piccolo” da indifeso e un po’ asociale è diventato il culturale della famiglia, interessato a tutto quello che noi di paese non consideriamo molto, invero mio papà è un artista e la vena dell’arte l’ha tenuta tutta per lui… al biondino piacciono il teatro, le mostre di un certo livello, scrivere, leggere, è un ottimo informatico e gli piace viaggiare. È sempre in giro e senza far troppi discorsi si ritrova a scrivere messaggi sintetici sul gruppo familiare “westap family” (per mio papà WhatsApp si pronuncia cosi) per dire che è partito e atterrato a “Timbuktu” o chissà dove. Della sua vita sociale poco si sa e se gli chiedi “dove eri e con chi?” lui ti risponde con un sorriso sornione “in giù, con gli altri”, ma nessuno sa chi siano questi altri e “in giù” pare sempre un concetto piuttosto vago. Ma a noi lui piace così, vago e apparentemente distratto, taciturno con qualche uscita geniale che chiude tutti i discorsi… e poi di quel bambino che mia mamma doveva tediarsi a inseguire solo con pasti preparati da lei in un certo modo altrimenti non mangiava, è rimasto ben poco…. Ma per la mia famiglia lui resta sempre il “caga niu” (rude espressione dei genovesi dei bricchi per indicare il più piccolo del nido) da tenere un po’ al riparo dalle cose scomode e da agevolare appena si può… e lui un po’ secondo me ci sballa in questa posizione, anche se non lo ammetterà mai.

Fratelli – parte 1

Vorrei scrivere di fratelli…ma non so da che parte iniziare… dunque vediamo di ripercorrere la mia cronologia legata a questo concetto.

 

Fratelli – parte uno

Quando sono nata, avevo già un fratello e aveva già 3 anni compiuti. E mi ha sempre destato un po’ di “skazzo” il fatto di non essere la prima…davvero lo ricordo sin da piccola… lui sapeva già fare un sacco di cose e io niente o quasi e non lo trovavo giusto… lui aveva avuto tutto il suo bel tempo per imparare in tutta tranquillità senza ansia da paragoni.. lui era il “primo”, non solo era “primogenito maschio” e aveva anche un nome strano e maestoso “Oscar”, anche se mi è sempre sembrato un nome buffo, un po’ da cani (con tutto rispetto, idoneo alla razza canina, intendo) e mi faceva un sacco sorridere il mio nonno materno che non riusciva a pronunciarlo correttamente…. D’altronde era lo stesso mio nonno che aveva registrato mia mamma all’anagrafe con l’appellativo di “Orbella” , tramutato poi in Ornella (evidentemente i nomi non erano il suo forte)… scusate la digressione… comunque dicevo “il fato” mi aveva attribuito questo Oscar come fratello e io che mai avrei potuto fare per sopperire a questa ingiustizia temporale della seconda nata?!? Iniziare una pazzesca e sfrenata rincorsa per far vedere che potevo competere con il grande di famiglia… tutto quello che faceva lui lo volevo fare anche io a tutti i costi… e così dai racconti dei miei genitori emerge una piccola tempestosa rompi palle (io) pronta a combinare guai pur di mettermi in evidenza… e disposta a provare e riprovare con una cocciutaggine, che ancora non ho perso, finché non riuscivo a raggiungere l’obiettivo: mi arrampicavo ovunque, ho camminato e parlato piuttosto presto, ho imparato ad allacciarmi le scarpe prima di mio fratello, volevo fare la pipì da in piedi (lo avevo già scritto in un’altra pagina ma era davvero un’ingiustizia per me) e quando lui ha iniziato la prima elementare ricordo di aver costretto mio papà a darmi lezioni serali su un quadernetto con le pagine gialline per imparare a scrivere e a leggere… e nonostante tutta questa pressione alle spalle lui il mio fratellone, mi voleva bene e giocava anche con me…. Solo giochi da maschi…. Gare di macchinine o battaglie mostruose con masters (non so se li ricordate): nei giochi però dovevo soccombere…. Lui aveva il mega castello di skeletron con le trappole e con un seguito di alleati cattivi (alcuni cattivissimi come l’uomo ape), io avevo una scatola da scarpe pitturata da me dove abitava segretamente I-man con Sheila e i loro discepoli mini pony con le temibilissime code colorate. Non che io non avessi giocattoli, sia chiaro. Ma a babbo Natale chiedevo spesso giochi che poi mi annoiavano perché le pubblicità mi creavano sempre troppe aspettative al riguardo.
E poi i giochi di mio fratello erano più belli e lui aveva tantissima fantasia e creava storie fantastiche…
D’altronde l’ho sempre trovato simpaticissimo e crescendo mi sono aggregata ai suoi amici che trovavo altrettanto simpatici e divertenti (sarà un caso ma ho sposato il suo miglior amico). Comunque ricordo che quando è andato ad abitare da solo mi mancava, anche se ovviamente non gliel’ho mai detto…
Lui si è poi affermato come lo sportivo di casa, bici e corsa le sue passioni da sempre, e finisce pure sui giornali locali quando vince le gare e gli occhi di mio papà brillano come fosse in prima pagina sul New York Times.
E poi è bravo anche sul lavoro e si è fatto la sua posizione da direttore, quindi quando c’è un dubbio, qualcosa da fare o da capire di una certa rilevanza la frase conclusiva che rasserena gli animi della famiglia è “va be’, poi lo chiediamo a Oscar”…ma ormai a 36 anni non mi dà più fastidio non essere per forza la prima!

Segue

Perché mio figlio scrive al contrario?

 

A S A C (CASA) A M M A M (MAMMA)

Tipica domanda e perplessità dei genitori quando osservano il figlio scrivere le sue prime paroline o il proprio nome.
E’ una cosa normalissima per i bambini dai 4/5 anni ai 7 anni scrivere da destra verso sinistra (per i mancini soprattutto) e le lettere come se fossero riflesse allo specchio…ma vediamo perché…

Il cervello dei bambini a quest’età non è completamente sviluppato per cui la lettera o la parola viene memorizzata dal bambino attraverso l’utilizzo dell’emisfero destro del cervello e specularmente finisce nel sinistro. Non avendo ancora una dominanza emisferica il bambino riproduce quello che ha imparato come lo ricorda e spesso lo scrive come se fosse allo specchio.
Per non parlare dei numeri che creano ancora più disagi e dubbi nell’adulto.
Tranquilli…il problema si risolve spontaneamente entro il 7 anno; nel caso persistesse, allora conviene intervenire per correggere il problema.

Comunque vada se accade a voi potete utilizzare alcuni accorgimenti per aiutare il piccolo a capire…
Per prima cosa non arrabbiatevi e non umiliatelo facendolo sembrare uno sciocco; è il metodo peggiore per creare in lui un disagio e un rifiuto verso l’apprendimento.
Potete sedervi con lui e fargli un puntino nella parte sinistra del foglio dove deve iniziare a scrivere e magari aggiungere in alto una freccia a matita che indica la direzione corretta.
Esercitatelo facendogli fare disegni e linee che partano dall’alto verso il basso, da sinistra a destra e linee curve, specialmente a spirale che vadano in senso orario. Tutto questo lo aiuterà a migliorare la propria manualità e ad allenarsi attraverso il gioco a comprendere la giusta direzionalità.

Zoo La Fleche

Siamo arrivati allo zoo tarda mattinata con zaini e panini. Poco dopo l’ingresso c’è una bellissima area picnic con i tavoli vicino agli elefanti; ci è piaciuto molto mangiare in loro compagnia!!

Lo zoo è tenuto molto bene, gli animali sono curati e le gabbie pulite.
Ci sono una cinquantina di specie e molto spesso non sono nelle gabbie ma in grandi recinti ai quali ci si può avvicinare tranquillamente e vedere bene l’animale.
La vera attrattiva sono gli spettacoli; noi abbiamo visto quello delle otarie, ma c’è anche quello dei rapaci e momenti di animazione dove danno il cibo alle giraffe, all’orso polare, agli ippopotami e agli elefanti nei vari momenti della giornata. L’unico problema è che si assiste agli spettacoli seduti su gradinate completamente al sole e ci si resiste poco in estate.
Al centro del parco c’è una zona ristoro con diversi ristoranti dove fanno panini, pizza, self service…ma non ho idea della qualità/prezzo essendomi portata il cibo. C’è anche un’area giochi con un grande gonfiabile sulla sabbia dove non abbiamo potuto fare a meno di fermarci un pochino.
All’interno del parco si gira bene con i passeggini anche se a volte ci sono delle salite impegnative per i poveri genitori che spingono.
Per chi vuole c’è anche la possibilità di dormire all’interno del parco in camere a tema con vetrate che permettono di vedere l’orso polare, le tigri bianche, i grizzli, i lupi, i leoni o i lemuri.

Disneyland Paris

Abbiamo optato per un’unica giornata a Disneyland; il prezzo di ingresso per 2 giorni è proibitivo a meno che non si facciano i pacchetti volo+hotel+parco. In un giorno non siamo riusciti a vedere i Disney Studios che sono più da adulti e una bimba di 3 anni non avrebbe di certo apprezzato; abbiamo preferito non perderci niente nell’altro parco e non correre come disperati.Se non volete spendere un patrimonio ci sono numerosi alberghi nella località Marne la Vallée a 2 fermate di RER (la metro francese) dal parco.Arrivati con i biglietti già stampati in mano siamo entrati prima delle 10 (orario di apertura indicato sul sito) e ci siamo goduti la prima visita del parco con ancora poche persone.Appena si entra si viene trasportati nel magico mondo Disney: davanti ai tuoi occhi si staglia il castello di Aurora che ti lascia senza fiato.I giochi sono molto ben organizzati: le code sono praticamente tutte in ombra e alcune addirittura al chiuso con aria condizionata. Ogni minimo dettaglio riporta al mondo delle favole e anche il personale ti aiuta ad entrarci con una gentilezza e un modo di fare veramente singolare.Quasi tutti i giochi sono a tema: Peter Pan, Pirati dei Caraibi, Dumbo, Alice nel paese delle meraviglie, Biancaneve, Star Wars, Cars, Aladdin, Pinocchio….e molti sono accessibili ai più piccoli.C’è anche la possibilità di farsi fare autografo e fare una foto con i personaggi Disney (principesse, Topolino..) dopo lunghissime code ma che soddisfazione per i piccolini!!

 

 

 

 

Scaricatevi la app sul cellulare per vedere i tempi delle code di ogni gioco in diretta in modo da organizzarvi. C’è anche la possibilità di saltare la fila con il fast pass: scannerizzando il biglietto in apposite macchinette ci si prenota per il gioco preferito (una volta sola al giorno per gioco e non si possono avere due fast pass prenotati contemporaneamente). Per mangiare si può prenotare (con largo anticipo) in uno dei numerosi ristoranti a tema con prezzi anche qua a parer mio proibitivi, oppure mangiare in uno dei tanti fast food a tema con un servizio veloce e piatti a prova di bambino. Durante la giornata consultate gli orari degli spettacoli. Con una bimba posso dire di non perdervi il ballo delle principesse. Per tutti assolutamente da non perdere la parata alle 17 lungo le strade del parco; conviene arrivare un’oretta prima, gustarsi un bel gelato e trovare posto su un marciapiede in prima fila. La parata è veramente maestosa: carri giganteschi, coloratissimi, con sopra i personaggi più amati dai bambini che si alternano con ballerini dai costumi sfarzosi. L’ennesimo viaggio nella magia! Alle 23 c’è lo spettacolo finale con proiezioni e fuochi d’artificio accanto al castello di Aurora. I giochi chiudono un’oretta prima ma se si vuole trovare un posto decente per sedersi (ovviamente per terra) bisogna essere lì davanti 2 ore prima.

E’ stato davvero emozionante…per grandi e piccini; luci, musiche, effetti speciali, un’insieme magico che ti fa sognare per un’ultima volta.

Dopo lo spettacolo siamo tornati a mezzanotte passata a prendere la metro e di corsa a dormire nel nostro albergo a Marne la Vallée.