Se è vero che ogni “scaraffone è bello a mamma sua” (mi scusino i napoletani ma non so come si dice esattamente) è altrettanto vero che per ogni bambino la sua mamma è il top… almeno fino a una certa età o almeno mi auguro che sia così.
Per me così è stato. Mia mamma, casalinga, c’era e c’è sempre… c’era al mattino quando ci preparavamo per andare all’asilo e poi a scuola, era li al nostro ritorno con quei pranzetti al sapore d’amore che a volte io e miei fratelli ci permettevamo anche di criticare (ingrati), c’era al pomeriggio quando facevamo i compiti e poi magari uscivamo tutti insieme o con gli amichetti, c’era a preparare la cena e a metterci a letto. E per me era un po’ scontato cosi… noi abitavamo in un paesino dove c’era la piccola scuola (6-7 bambini per classe credo sia il record raggiunto alla mia epoca) ed era una realtà un po’ distaccata dal mondo frenetico. Il paesino c’è ancora ed è il “mio” dove sono tornata ad abitare per scelta … per avere i miei genitori vicini e perché lo adoro e mi piace l’idea che i miei bimbi crescano li… nel mio paese… con tutti i suoi pro e i suoi contro…. Che poi si confondono gli uni negli altri ed è difficile fare un’analisi… a me la vita di paese piace…mi piace aprire la finestra e salutare tutti al mattino quando mi alzo. Ci conosciamo tutti e spesso questo punto di forza si ritorce un po’ contro tutte le modernissime leggi sulla privacy e si sa le voci vere, ma anche non vere, le “fake news” di paese, circolano con una velocità altamente superiore a quella che i social network si vantano di raggiungere.. e poi c’è quella memoria storica (a volte un po’ distorta) che costituisce una rete di informazioni inestimabile con cui tutte le novità devono fare i conti. Ma io ci sto bene, mi sento nel mio, forse perché le radici si aggrappano e si nutrono del terreno dove crescono e se hai “mangiato” bene e “respirato” bene ti resta quella voglia di prati, di orti, di terra e aria fresca e pulita che ti rigenera al ritorno dal lavoro, dalla città. C’è chi fugge perché questa realtà gli va stretta e non si può certo biasimare. Del resto ci sono da considerare mille possibili soluzioni di mezzo tra l’ambiente del paesino e quella della città… ma la mia mente spesso si rifiuta di considerare “i grigi”… o una cosa è “bianca” o è “nera”… e quindi o Langasco (il mio minuscolo paese) o Londra (per fare un esempio). E così (ahimè, dico ironicamente) è stato. I miei bimbi stanno crescendo nei miei prati, nei miei giardinetti, nei miei cari ricordi. Non escludo che tutto questo possa cambiare in un futuro, ma se si deve cambiare si cambia bene e radicalmente, mi sono ripromessa…. Se si deve partire e andare, si va lontano a cercare nuova aria da respirare, nuove lingue da imparare e nuove esperienze da fare. Non so cosa sarà, so che oggi sono qui.
E in fondo il mio paese non è poi cosi diverso da 30 anni fa… non c’è più la scuola, i bimbi giocano meno per strada, ma credo di aver già abbastanza reso l’idea della mia stuccosa dolce malinconia…. Quindi mi soffermerò solo sull’aspetto che di cui volevo da principio parlare. Dicevo circa 500 parole fa (mi escono le parole, non riesco ad arginarle) che mia mamma era casalinga e che quasi tutte le mamme lo erano. Erano tutte mamme a tempo pieno e senza troppa fretta. E questo è il mio stereotipo di mamma “perfetta”.
Ora, consideriamo il fatto che i tempi cambiano e che per stare al passo con le “esigenze moderne” senza rinunciare a un po’ di quel di più di cui sicuramente i miei genitori si privavano ( per cominciare dai viaggi, dalle vacanze e dalle gite che erano veramente una rara conquista e non cose all’ordine del giorno come oggi)… ecco per fare tutto ciò due stipendi vengono molto comodi… per questo io lavoro.. non perché non saprei stare “a casa”..credo che sarei in grado di trovarmi sufficienti interessi da non deprimermi neanche quando i bimbi saranno grandi. Sarà che il mio lavoro non mi piace o forse non mi piace più, mi piacerebbe fare qualcosa di più pratico o di più utile che ,banalizziamo, scrivere sterili numeri, ma questo è quello che mi ritrovo a fare e che mi garantisce un buon stipendio. D’altronde sono fortunata anche perché sto riuscendo a lavorare parti time e alle 13.15 ogni giorno, cascasse il mondo, passo il badge, stacco la spina dall’ufficio e timbro in entrata per il mio “ secondo” lavoro, il più appagante e impegnativo del mondo…. Due monellini mi aspettano a casa con la nonna (la mia mamma a tempo pieno) trepidanti che la mamma part time torni da loro. Ma finalmente domani è sabato!