Anticipatario

La prima e universale regola in materia di bambini è NON FARE PARAGONI. La condivido in toto, ma non la metto in pratica. Nel senso che sono convinta che ogni bimbo ha i suoi tempi e non è giusto, per esempio a scuola, confrontarsi se non in modo costruttivo, sulle doti o sulle “pecche” dei nostri figli. C’è chi fa prima e chi fa dopo, chi è bravo a contare e chi eccelle nel disegno, chi è timido e si tiene in disparte e chi è più spavaldo e intraprendente. Tutto perfettamente nella norma.

Ma scusate questa regola del non paragone vige anche tra fratelli o esiste una postilla che consenta a una mamma poco “ortodossa” di fare confronti tra i membri della sua prole?

Perché se questa deroga non esiste… sono spacciata.

Quando è nato Gioele me lo ero eppure ripromessa, “io sono la mamma di due esseri perfettamente distinti tra loro, con caratteristiche fisiche e psichiche differenti e imparagonabili”… Missione fallita dopo credo un paio di giorni al massimo… ma che dico già dal primo istante quando l’ostetrica ha guardato Gioele e mi ha detto “ti assomiglia” e io “Pietro, il primo, è uguale al papà invece”. Tentatrice di ostetrica… me l’ha servita su un piatto d’argento e cosi la mia carriera di mamma di secondogenito è iniziata già da principio con un bello scivolone… però scusatemi tanto ma credo che sia un po’ naturale cosi… è chiaro che quando diventi mamma per la seconda volta non è come la prima (e anche questo è un paragone)…. Intendiamoci l’emozione è la stessa e l’esplosione d’amore (di cui parlavo qualche scritto fa) ti rituona dentro e ti ritrovi ad avere un altro cuore in più. Su questo non si discute, è ovvio che la “quantità” di sentimenti sia la stessa … sarebbe così anche avendone 15 di figli… ma , se è vero ed è sicuramente cosi, che già la gravidanza costituisce un imprinting determinante per il folletto in arrivo, be’ nella mia seconda gravidanza è evidente che avessi anche altro di cui occuparmi e portare a spasso con orgoglio la mia pancia non era l’unico mio pensiero. E in questi casi per me i paragoni (che mi creo io in autonomia) diventano uno strumento di creazione di sensi di colpa: “ per Pietro ero attenta ad ogni passo che facevo, per Gioele ero sempre di fretta.. lo credo che è uscito sclerato”… rimurgino a volte tra me e me… poi penso anche a tutto il tempo “esclusivo” che ha avuto il primo e alla necessità di condividere tempi e spazi con cui si è trovato a fare i conti il secondo. “È naturale”, mi convinco ed è così davvero, nulla di strano, ma è un dato di fatto che, se è vero che ogni bimbo nasce con le sue propensioni e la sua personalità, è altrettanto vero che non si può essere sempre “mamme per la prima volta”. D’altro canto il secondo gode dell’esperienza già acquisita e di una mamma non proprio alle prime armi. Per me questo è stato molto confortante…. E credo abbia giovato anche a Gioele che, avendo a che fare con una mamma un po’ meno ansiosa e agitata, sta crescendo meno nella bambagia .. magari meno “coccolato” (forse è per quello che è affettuoso e se le prende tutte quelle che gli fai) ma più autonomo. Per necessità o per virtù.

A volte mi chiedo come sarebbe stato se fossero nati a tempi invertiti ma non mi riesce proprio di immaginarlo… vorrei solo poter capire quanto i miei atteggiamenti e le mie scelte abbiamo influito sulla personalità dell’uno piuttosto che dell’altro… ma è impossibile capirlo e forse non avrebbe neppure senso farlo. D’altronde è chiaro che le scelte di una mamma sono sempre di natura guidate da quella che è la via migliore (o che pare esserla) per il suo cucciolo. Ed è con questa convinzione che per il suo primo anno in “società” faccio si che a Gioele sia attribuita l’etichetta di “anticipatario”…. E mi fa veramente strano… io, la stessa mamma che dice sempre “vorrei che non crescessero mai”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *